FOCUS: su Mediobanca nuova pesante sconfitta per Delfin/Caltagirone
30 Outubro 2023 - 4:36AM
MF Dow Jones (Italian)
MILANO (MF-NW)-La lettura dei numeri assembleari lascia poco
spazio ai dubbi. L'assise di Mediobanca è stata una nuova sconfitta
netta per il duo composto da Delfin e Caltagirone.
All'appuntamento, come previsto, si è presentato un numero enorme
di soci. Era rappresentato il 76,82% del capitale, record degli
ultimi 10 anni.
Delfin era presente con il 19,74% del capitale, Francesco
Gaetano Caltagirone con il 9,98%. Insieme erano appena sotto la
soglia del 30% con un robusto 29,72%. Dalle votazioni finali si è
poi appreso che la loro lista per il rinnovo del cda ha ottenuto
voti dal 32,06% del capitale. Il che, facendo una semplice
sottrazione, significa che sono riusciti ad attrarre il 2,34% del
capitale non in loro possesso.
Come capitato un anno fa all'assemblea delle Generali Ass. le
loro motivazioni hanno fatto poca breccia negli altri soci. Delfin
e Caltagirone non hanno approfittato dell'occasione assembleare per
spiegare ai soci, e alla comunità finanziaria presente, le loro
motivazioni.
E' toccato all'amministratore delegato, uscente e poi
confermato, Alberto Nagel rendere l'onore delle armi agli
sconfitti. "Siamo ben contenti che Delfin partecipi al nostro cda e
dia un contributo. Le voci critiche per noi sono salutari e utili",
ha detto rispondendo alle domande dei soci in assemblea
"Ci sono stati due temi che hanno impedito di trovare un
accordo", ha aggiunto. "Uno di carattere tecnico: sarebbe stato un
accordo tra un cda e due azionisti con una partecipazione
complessiva superiore alla soglia di opa". Inoltre si è registrata
"una divergenza di vedute sui temi di governance soprattutto tra il
consiglio e Delfin". "Non è stato un tema di 3, 4 o 5 posti. È
stato un tema di impostazione e di tecnica", ha spiegato ancora
Nagel.
L'occasione assembleare è servita anche per spiegare il motivo
della perdita di centralità nella composizione di ricavi e utili
della componente Investment Banking, un tempo core business della
banca. L'andamento del Cib, ha ricordato "è legato a condizioni del
mercato. I tassi di interesse e le turbolenze geopolitiche hanno
abbattuto il numero delle operazioni. I private equity sono
virtualmente spariti dal mercato. Tutte le società che fanno Cib
hanno subito perdite". A soffrire maggiormente le società
concentrate sulle operazioni più grandi, mentre Mediobanca, grazie
a un focus anche su operazioni medie, ha sofferto meno.
Nagel ha ribadito che Mediobanca punta a essere una società di
"Wealth Management a tutto tondo". La Mediobanca che era
concentrata nella consulenza alle imprese, nel mercato dei capitali
e nell'investimento di partecipazioni sarà sempre più marginale. E
qui Nagel si concede un passaggio che ai cultori dell'ortodossia
'cucciana' suona come una critica nemmeno troppo velata a Vincenzo
Maranghi, mentore di Nagel e del presidente Renato Pagliaro.
Parlando della composizione del business Nagel ha sottolineato che
"quel mondo che andava bene negli anni '70 e negli anni '80; già
negli anni '90 andava cambiato. Noi lo abbiamo fatto negli anni
2000". Vincenzo Maranghi rassegnò le dimissioni da Mediobanca il 13
aprile del 2003...
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