Passato e futuro si tengono assieme. Nata a Torino 172 anni fa, lo scorso 24 novembre Cassa Depositi e Prestiti ha scelto proprio il capoluogo piemontese per tenere il consiglio di amministrazione chiamato ad approvare la nuova politica nel settore energia e le linee guida strategiche nella cooperazione internazionale. Un ulteriore tassello nel percorso intrapreso un anno fa con il piano strategico 2024 e che sta gradualmente modernizzando il ruolo della spa del Tesoro. Quasi a dare una rappresentazione dei cambiamenti in atto, tra circa un anno Cassa lascerà anche lo storico palazzo di Via Goito, dove ha sede dal 1910, affaticato dal punto di vista strutturale e con necessità di interventi sismici. Entro fine 2023 il quartier generale si trasferirà quindi nel maestoso edificio dell'ex Poligrafico dello Stato in coabitazione con Enel. Il simbolo esteriore di una mutazione interna del funzionamento della società partecipata all'83% dal Tesoro e al 16% dalle fondazioni bancarie.

Addizionalità. La Cdp guidata dall'amministratore delegato Dario Scannapieco e presieduta da Giovanni Gorno Tempini, scrive MF-Milano Finanza, non vuole più essere soltanto la cassaforte del Paese. Il nuovo mantra è "addizionalità", concetto mutuato dai principi che regolano i fondi strutturali europei. Il sostegno non deve avere come conseguenza una riduzione dell'impegno dei privati ma aggiungersi a esso con interventi ad alto impatto. È il modo di ragionare dell'Europa, nato in particolare dall'attuazione del piano Juncker nella cui architettura la Banca Europea per gli Investimenti, dalla quale Scannapieco proviene, aveva avuto un ruolo centrale. Non a caso Cdp è stata primo istituto nazionale di promozione in Europa a firmare accordo di garanzia con la Commissione Ue nell'ambito di InvestEU, il programma che del piano Juncker vuole essere una sorta di continuazione. Altre due intese dovrebbero concretizzarsi entro la fine dell'anno. Entrambe sono in linea con lo sviluppo di nuove iniziative "in blending", ossia fondendo risorse europee e nazionali, anche per favorire l'afflusso di investitori terzi. La nuova strategia passa infatti anche per la gestione di risorse di altri, ad esempio i fondi del Pnrr, all'interno del quale Cassa ha rafforzato l'attività di consulenza per pubbliche amministrazioni, o di progetti come Patrimonio Destinato, il veicolo ideato dal governo per sostenere le grandi imprese in difficoltà e che ora potrà intervenire per tutelare le imprese sulle quali il governo ha deciso di ricorrere ai poteri del golden power.

I risultati. I primi dieci mesi dell'anno hanno impresso un'accelerazione sul piano strategico, che al 2024 si è posto come obiettivo un impegno complessivo di 65 miliardi per attivare investimenti che valgono circa il doppio. A novembre le risorse impegnate ammontavano a 24,5 miliardi, già oltre i 24, 3 miliardi preventivati. A fine anno, si stima, si potrebbe quindi superare di un abbondante 15% il budget previsto, andando a servire oltre 23 mila imprese e più che raddoppiando il numero degli enti della Pubblica Amministrazione serviti. Mentre le operazioni infrastrutturali dovrebbero registrare una crescita a tre cifre percentuali. Anche la definizione di "policy dettagliante", come quella sul settore dell'energia, rientra nella nuova strategia. Toccano infatti i dieci campi di intervento individuati da Cdp nella cornice del piano. Assieme alla valutazione d'impatto, necessaria per correzioni in corsa sugli interventi, le policy sono parte del nuovo metodo di lavoro e della rinnovata struttura organizzativa. Quest'ultima è ben rappresentata dalla nuova direzione Policy, Valutazione e Advisory affidata a Luca D'Agnese e dalla direzione strategie settoriali guidata da Andrea Montanino con il compito di definire le politiche di investimento e valutare l'impatto delle attività di Cassa.

Gli obiettivi. Il tutto è stato accompagnato da una riorganizzazione aziendale e da un razionalizzazione della struttura societaria, avviata con le nomine di Massimo Di Carlo e Giancarlo Scotti rispettivamente a capo del business e dell'immobiliare, accanto alla linea di continuità rappresentata da Alessandro Tonetti (a capo degli Affari Legali). È stata completata la rete territoriale con 27 presidi tra uffici e spazi Cdp lungo tutta la Penisola da Trento a Palermo passando per Cagliari. Contestualmente è stata rafforzata la presenza a Bruxelles, altro segnale delle vocazione comunitaria.

Presidi strategici. Nel primo anno del nuovo piano il management guidato da Scannapieco ha poi portato avanti una serie di operazioni il cui fine ultimo è imprimere una spinta alla rotazione del capitale. Negli anni la spa del Tesoro è stata spesso chiamata in causa dalla politica come cavaliere bianco di partite industriali di ogni sorta. Pertanto, nei limiti di quanto previsto dallo statuto, si sono moltiplicati e stratificati nel tempo interventi in aziende non strategiche, spesso senza una strategia di uscita.

Oggi le partecipazioni di Cdp ammontano a 37 miliardi di euro. La volontà è ora mantenere un presidio nelle infrastrutture-chiave per il Paese. Rientra in questa categoria la quota di maggioranza in Autostrade per l'Italia, dove Cdp Equity detiene il 51% di Holding Reti Autostradali, la società che detiene l'88% di Aspi e nel cui capitale ci sono anche i fondi Blackstone e Macquarie. Per accelerare la digitalizzazione della sanità lo scorso giugno ha investito 70 milioni per il 17% di Gpi, quotata attiva in particolare nell'ambito dei servizi tecnologici, gestionali e amministrativi in outsourcing nonché nella telemedicina. Ad agosto ha acquisito il 15% dell'eccellenza dell'Ict Maticmind. Cassa partecipa inoltre alla realizzazione del Polo Strategico Nazionale per il cloud della Pa assieme a Tim, Sogei e Leonardo. Nel frattempo sono stati liberati oltre 750 milioni in dismissioni e cessioni di immobili. Tra queste l'uscita da QuattroR Sgr, dopo aver ceduto la quota nel Fondo Strategico Italiano, o dall'ex ospedale al Mare di Venezia. Giovedì 8 dicembre, invece, è trapelato il feedback positivo per il piano di rilancio di Ansaldo Energia, che prevede anche un aumento di capitale da 550 milioni e che si compone della conversione in equity del prestito di Cdp Equity, pari a circa 300 milioni. La prossima partita sarà ora il destino della rete unica.

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