Obiettivo, 8 miliardi. È questo il target che ha fissato, per la
fine del 2021, Paolo Bottelli, fondatore e primo azionista di
Kryalos sgr (il 35% è in mano al colosso Usa del real estate
Blackstone). Come raggiungere l'obiettivo? Puntando su Milano,
guardando a Roma e studiando un nuovo business: quello degli npl e
degli utp. Restando ancorati ai settori che finora hanno garantito
la crescita di valore (6,5 miliardi) del patrimonio in gestione:
uffici, logistica e retail. Con un occhio di riguardo al comparto
hospitality, visto che il turismo in Italia non soffre, soprattutto
nelle città d'arte e, per l'appunto, Milano. Il manager, classe
1969, ex Pirelli Real Estate in questa intervista rilasciata a
MF-Milano Finanza delinea lo scenario di mercato e i progetti di
sviluppo della sua attività.
Domanda. Dottor Bottelli, il mercato immobiliare sta vivendo
stagioni di crescita ordinaria o siamo in presenza di una
bolla?
Risposta. Il comparto nazionale è composto da micro-mercati,
ognuno con proprie dinamiche gestionali. Ma non mi pare che si stia
vivendo in una bolla. I capitali per gli investimenti, soprattutto
internazionali, non mancano. Se guardiamo alle singole città è
evidente che Milano sta vivendo un periodo di rinascimento. È sotto
gli occhi di tutti. Ma non mi pare che ci sia una situazione da
tenere sotto controllo. Mentre Roma è ripartita solo ora in termini
di investimenti.
D. Quale settore industriale legato all'immobiliare non è
all'altezza dell'offerta internazionale?
R. L'Italia ha bisogno di investimenti significativi nel settore
hospitality perché siamo molto indietro. Il Paese deve puntare sul
turismo e sulla valorizzazione del patrimonio artistico. Il turismo
in Italia c'è e continua a crescere, in alcune aree meglio di
altre, come Milano che ha migliorato l'offerta alberghiera e attrae
una fascia di turisti alto-spendenti che prima non sceglieva la
destinazione. Altre città non lo hanno ancora fatto.
D. Si riferisce alla Capitale?
R. Sì. Basti direi che a Roma i brand degli hotel 5 stelle lusso
sono assenti. Un turista alto-spendente che vuole soggiornare nella
Capitale non trova un'offerta allo stesso livello di hotel,
ristoranti e, servizi. Stessa cosa dicasi per Firenze e, in parte,
Venezia. C'è tantissimo da fare. Il settore diventerà strategico.
In tal senso Milano è riuscita a raggiungere livelli d'offerta
importanti, ma siamo a metà dell'opera.
D. Quali altri comparti devono raggiungere standard competitivi
globali?
R. Uffici, logistica, hospitality e residenze sono tutti settori
dove negli ultimi vent'anni è stato fatto pochissimo. Bisogna
creare nuovo prodotto, nella logistica, per adeguare lo stock alle
nuove modalità di consumo. In ambito uffici, quando si crea un
prodotto efficiente e moderno si ottiene automaticamente una
domanda.
D. La logistica subirà una rivoluzione in termini immobiliari
con la crescita di Amazon, la presenza di Alibaba e altri
player?
R. Certo, il colosso americano è un operatore che traina. Ma
dobbiamo tenere in considerazione il fatto che l'online,
l'ecommerce, internet hanno potenzialità di penetrazione ancora
alte sul mercato italiano. Quindi, per il comparto logistica c'è un
significativo spazio di crescita. Le nuove realizzazioni vengono
assorbite quasi automaticamente dalla domanda. Mentre i canoni
d'affitto sono storicamente a livelli accettabili e non abbiamo
situazione di over-supply che potrebbe compromettere questa asset
class. Come Kryalos, siamo molto positivi su questo settore.
D. In ambito uffici e residenziale, quando si parla di città
come Milano si fa riferimento a un contesto in crescita.
L'occupazione di spazi centrali non rischia però di depauperare il
valore delle periferie?
R. Per quel che riguarda Milano, la città più reattiva in tal
senso, bisogna fare una chiara distinzione tra il mercato del
centro e quello della periferia. Per una serie di trend globali e
per la necessità di attrarre talenti, le multinazionali, i
vincitori dell'ultimo ciclo economico hanno interesse a
posizionarsi in luoghi di qualità. L'attrarre talenti deriva
dall'avere un luogo di lavoro moderno, efficiente.
D. L'hinterland subirà un crollo di domanda real estate?
R. La periferia si deve integrare e ammodernare. Ci saranno
sempre spazi richiesti in queste zone. Ma non si devono creare
cattedrali nel deserto. Ma gli spazi in periferia devono aver
servizi all'altezza. A Milano città è stato fatto un grosso lavoro
di upgrading. Anche nella periferia va fatto lo stesso lavoro.
D. A proposito dello sviluppo del capoluogo lombardo ora scatta
la corsa alla riqualificazione degli scali ferroviari. Voi sarete
della partita?
R. Non ci interessano queste progettualità. Operiamo
sull'esistente, la rigenerazione lo stock immobiliare obsoleto.
Sono partite che non abbiamo interesse a giocare.
D. In tale contesto di mercato come si pone Kryalos?
R. Abbiamo un portafoglio composto da circa 370 asset che vale
6,5 miliardi e un team di 68 persone. Gli ambiti nei quali operiamo
tipicamente, ossia logistica, Milano centro e Roma, sono cresciuti
parecchio. Abbiamo investito quando il mercato non era ai suoi
picchi. Ma le nostre perizie, per prudenza gestionale, sottostimano
il valore complessivo delle proprietà.
D. Che piani avete per i prossimi anni?
R. Abbiamo inoltre circa 1 miliardo di piano di capex che faremo
nei prossimi tre anni suddivisi. Siamo i primi proprietari di
logistica, tradizionale e di ultimo miglio, in Italia. Abbiamo una
presenza molto rilevante nel settore uffici (3,5 miliardi di
portafoglio), prevalentemente su Milano, 2 miliardi, e su Roma,
ambito dove abbiamo sempre investito in maniera selettiva. E
lavoriamo con i principali investitori internazionali, sia
nell'ambito del mondo opportunistico sia mondo value-add, core.
Copriamo ogni fascia di capitale di rischio.
D. Tradotto in numeri?
R. Contiamo da fine 2021 di avere un portafoglio superiore agli
otto miliardi in Italia dove vediamo crescere in termini relativi
la componente living e alberghiero, oltre al residenziale
tradizionale e l'alberghiero,. Un settore nel quale contiamo di
crescere molto nei prossimi 18 mesi.
D. Avete ambizioni estere?
R. A oggi non stiamo valutando di esportare il nostro modello su
scala internazionale. Gli investitori apprezzano la value
proposition sul mercato italiano. In futuro, vedremo.
D. Nessuna diversificazione?
R. Stiamo studiando il mercato dei crediti npl e utp.
Recentemente abbiamo ottenuto l'autorizzazione da Banca d'Italia
per operare in quest'ambito. A partire dal 2021 potrebbe esserci un
nuovo business nel mondo dei fondi di credito.
red
(END) Dow Jones Newswires
February 24, 2020 02:37 ET (07:37 GMT)
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