Lo stop alla distribuzione di dividendi imposto dalla Bce ha mandato in rosso i soci storici di Mediobanca. Finpriv, la holding che riunisce alcuni azionisti di vecchia data della merchant bank (Pesenti, Pirelli, Fca, Tim, Generali e, più di recente, Unipol), ha chiuso l'esercizio al 30 novembre 2020 con una perdita di quasi 21 mila euro a fronte dell'utile netto di 6,5 milioni realizzato nell'esercizio precedente.

Una scelta che però non ha incrinato la fiducia nella performance futura di piazzetta Cuccia. Lo dimostra il fatto che la partecipazione dell'1,6% (pari a poco più di 14 milioni di azioni) è rimasta in carico al valore di 91,09 milioni. Un valore che rimane comunque inferiore sia a quello borsistico di fine 2020 sia a quello attuale (pari a 141 milioni). La relazione di bilancio ricorda peraltro che il vertice di Mediobanca "ha segnalato che, se non verrà disatteso il progressivo recupero delle borse mondiali, penalizzate dai riflessi sui conti a causa dell'emergenza Covid19, dal prossimo esercizio sarà riattivata la politica di remunerazione dei soci così come previsto anche dal piano 2019/2023".

Tornando alla struttura societaria di Finpriv, oggi il capitale è spartito tra sesti soci hanno dismessi azionisti di peso per cui certamente la partecipazione ha un significato più storico che finanziario: Unipol (28,7%), Fca (14,3%), Pirelli (14,3%), Italmobiliare (14,3%), Tim (14,3%) e Generali (14,3%). Alcuni di queo da tempo la propria partecipazione diretta in Mediobanca, come la famiglia Pesenti uscita nel 2018, mentre altri sono recentemente rientrati come la Unipol di Carlo Cimbri che alla fine dell'anno scorso si è acquattata poco sotto il 2%. Insieme a Mediolanum (3,3%), Schema33 (2,1%), Gavio (0,66%), Ferrero (0,64%), Pecci (0,52%), Angelini (0,45%), Lucchini (0,38%), Seragnoli (0,22%) e Acutis (0,14%), Finpriv fa inoltre parte dell'accordo parasociale siglato a fine 2018 per rimpiazzare il vecchio patto di sindacato. L'intesa (che arriverà a scadenza alla fine di quest'anno, pur potendo essere rinnovata in automatico) consente oggi agli aderenti di vendere e acquistare azioni senza preventiva autorizzazione. Un modo per avere le mani libere e movimentare le quote in assenza dei vincoli del passato. Tant'è che non sono mancate defezioni eccellenti come quella di Unicredit che, dopo aver incoraggiato il nuovo accordo, nell'autunno del 2019 ha ceduto sul mercato il suo 8,4%. L'uscita di piazza Gae Aulenti avrebbe potuto rimuovere l'ultimo scomodo intreccio e normalizzare definitivamente la governance di Mediobanca.

fch

 

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July 01, 2021 02:26 ET (06:26 GMT)

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