UCRAINA: c'è chi rimane in Russia (MF)
09 Março 2022 - 4:25AM
MF Dow Jones (Italian)
Da quando, all'alba del 24 febbraio, è iniziata la distruttiva
invasione dell'Ucraina da parte della Russia, oltre 250 tra le più
grandi società globali hanno annunciato il loro ritiro, o adottato
misure simili, dal Paese che ha intrapreso la guerra. Mosse messe
in atto per protestare nei confronti di una decisione durissima,
che la comunità internazionale ha condannato con altrettanta
decisione. In ballo però ci sono miliardi di dollari di affari che
molti dei colossi dell'economia globale hanno fatto e fanno in
Russia.
Motivo per cui c'è un nutrito gruppo di grandi società
occidentali che non ha ritirato le proprie attività dal Paese di
Putin e molti di questi big mondiali, tra cui vi sono anche alcune
italiane, stanno continuando a operare in Russia. Sono aziende che
hanno un'esposizione significativa sui mercati russi e che
potrebbero vedere presto questa loro quota di fatturato
deteriorarsi o svanire, se aumenterà l'escalation del conflitto e
la Russia decidesse di andare nella direzione, già nell'aria, di un
maggior isolamento dal resto dell'economia globale. Inoltre, se
l'abbandono di grandi investimenti e la perdita di giro d'affari
possono avere un costo, c'è però un forte incentivo reputazionale a
ritirarsi dalla Russia. Chi non lo fa rischia di dover affrontare
un'ondata di risentimento pubblico, così come già accade su altri
temi come i cambiamenti climatici. Non a caso un sondaggio di
Morning Consult negli Usa ha rivelato che oltre il 75% degli
americani chiede alle società di tagliare i rapporti commerciali
con la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina.
Lo Yale Chief Executive Leadership Institute ha stilato una
lista, che aggiorna quotidianamente, delle aziende che più sono
esposte alla Russia, suddividendole tra quelle che hanno intrapreso
azioni di chiusura verso lo stato russo e chi no. E tra
quest'ultime, vedere tabella qui accanto, ci sono anche delle
italiane. Pirelli, ad esempio, gestisce gli stabilimenti di
pneumatici di Kirov e Voronezh. Un totale del 3% del fatturato
complessivo determinato dalla Russia, dove si concentra il 10%
della produzione di pneumatici. Maire Tecnimont è presente nel
Paese con impianti che vanno continuamente manutenuti da personale
specializzato (altrimenti c'è rischio di esplosioni), inoltre ha
una controllata, Mt Russia, con un centro di ingegneria. Ma anche
Ferragamo per ora prosegue le proprie attività nel Paese, dove ha
un giro d'affari pari al 10 milioni di dollari (1% del
fatturato).
fch
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March 09, 2022 02:10 ET (07:10 GMT)
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