Comunicato Stampa
Approvazione del Resoconto intermedio di gestione del Fondo Valore
Immobiliare Globale al 31 marzo 2016 Milano, 7 Aprile 2016 Si
informa che in data odierna il Consiglio di Amministrazione di
Castello SGR S.p.A. ha approvato il Resoconto intermedio di
gestione del Fondo Valore Immobiliare Globale alla data del 31
marzo 2016, redatto ai sensi dell'art. 103, comma 3 del Regolamento
Emittenti Consob n. 11971/1999 come successivamente modificato
attuativo del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo
Unico della Finanza). Si comunica che non sono intervenuti fatti
rilevanti rispetto alla situazione del fondo espressa nella
precedente Relazione annuale di gestione al 31 dicembre 2016. Il
resoconto intermedio di gestione Fondo Valore Immobiliare Globale
alla data del 31 marzo 2016 è a disposizione del pubblico presso la
sede di Castello SGR S.p.A. in Milano, Via G. Puccini 3, presso la
sede della Banca Depositaria State Street Bank S.p.A. GmbH
Succursale Italia, Via Ferrante Aporti 10, nonché disponibile sul
sito internet della Società di Gestione www.castellosgr.com.
Castello SGR è una società di gestione del risparmio indipendente
specializzata in fondi comuni di investimento
immobiliare di tipo chiuso, nata dall'iniziativa di un gruppo di
operatori istituzionali con primarie competenze nell'ambito
immobiliare e finanziario. Grazie ad un management team con un
importante track record, Castello SGR promuove e gestisce strumenti
di investimento immobiliare innovativi - nell'ambito sia di
operazioni di sviluppo che di valorizzazione di asset - finalizzati
alla creazione di valore attraverso una gestione dinamica dei
portafogli. Per ulteriori informazioni si prega contattare:
Castello SGR S.p.A. Via G. Puccini, 3 20121 Milano; Tel.: +39
02/45436.1 - Fax +39 02 45436441 E-mail: info@castellosgr.com Sito
internet: www.castellosgr.com Community Consulenza nella
Comunicazione Auro Palomba, Marco Rubino, Nello Bologna Tel. + 02
89404231
Fondo Comune di Investimento Immobiliare di Tipo Chiuso Riservato a
Clientela Retail
RESOCONTO INTERMEDIO DI GESTIONE 31 Marzo 2016
SOMMARIO PREMESSA
.................................................................................................................................................................3
DATI IDENTIFICATIVI DEL FONDO
...........................................................................................................
3 L'andamento del mercato immobiliare
..................................................................................................
3 Lo scenario economico di riferimento
.....................................................................................................
3 La situazione in Italia
...............................................................................................................................
6 L'andamento del mercato immobiliare
...................................................................................................
7 L'andamento del mercato dei fondi immobiliari
.....................................................................................
8 Il mercato
residenziale...........................................................................................................................
11 Il mercato degli uffici
.............................................................................................................................
11 Il mercato del retail
...............................................................................................................................
12 Il mercato della logistica
........................................................................................................................
13 Il mercato alberghiero
...........................................................................................................................
14 Attivita' di gestione del
fondo..............................................................................................................
15 Politiche d'investimento del Fondo
.......................................................................................................
15 Altre informazioni
..................................................................................................................................
17 Fatti rilevanti avvenuti successivamente al 31 Marzo
2016..................................................................
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Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2016
PREMESSA Il presente Resoconto Intermedio di Gestione al 31 Marzo
2016 redatto ai sensi dell'art. 103, comma 3 del Regolamento
Emittenti Consob n. 11971/1999 come successivamente modificato
attuativo del Decreto Legislativo 24 Febbraio 1998, n. 58 (Testo
Unico della Finanza), persegue lo scopo di illustrare gli eventi di
particolare rilevanza per il Fondo che si sono verificati nel
trimestre di riferimento. Tale documento è disponibile per il
pubblico presso la sede della Società di Gestione in Milano, Via G.
Puccini, 3, e sul sito internet della stessa (www.castellosgr.com).
DATI IDENTIFICATIVI DEL FONDO Tipologia: Fondo comune di
investimento immobiliare chiuso a raccolta Data di istituzione:
9/12/1997 Data di richiamo degli impegni: 15/02/1999 Tipologia di
patrimonio immobiliare (OMV al 31/12/2015 in %): 69% immobili ad
uso ufficio, 20% immobili ad uso alberghiero, 11% immobili ad uso
logistica . Società di Gestione fino al 31/01/2013: RREEF
Fondimmobiliari SGR S.p.A. Società di Gestione dal 01/02/2013:
Castello SGR S.p.A. Banca depositaria: State Street Bank S.p.A.
Esperto indipendente: Avalon Real Estate S.p.A. Società di
revisione: KPMG S.p.A. Numero quote emesse: 30.850 Valore nominale
delle quote: Euro 3.648,76 (Euro 5.164,57 all'emissione)
Quotazione: Segmento Mercato Telematico degli Investment Vehicles
(MIV), Segmento Fondi Chiusi di Borsa Italiana S.p.A., dal
29/11/1999 L'ANDAMENTO DEL MERC ATO IMMOBIL IARE LO SC ENARIO
ECONOMICO DI RIF ERIMENTO1 Nel secondo semestre 2015, la ripresa
delle economie dei paesi avanzati è proseguita mentre l'attività
economica dei paesi emergenti ha continuato a deteriorarsi,
andando, in qualche caso, ad intaccare l'appetibilità di queste
economie per gli investitori esteri. Il rialzo a dicembre del tasso
sui Federal Funds da parte della Federal Reserve, motivato dal
significativo miglioramento del mercato del lavoro, segna negli
Stati Uniti la fine della politica di tassi di interesse nulli
adottata dal 2008. Contrariamente a quanto temuto da alcuni
osservatori, la decisione non ha avuto ripercussioni sfavorevoli
sui mercati finanziari e valutari globali, grazie a un'attenta
comunicazione e all'annuncio che le condizioni monetarie rimarranno
comunque accomodanti. Le prospettive sono in miglioramento nei
paesi avanzati, ma la debolezza delle economie emergenti frena
l'espansione degli scambi globali che continua a deludere le attese
e contribuisce a comprimere i prezzi delle materie prime. I corsi
petroliferi sono scesi sotto i livelli minimi raggiunti nella fase
più acuta della crisi del 2008-09. Le proiezioni dell'attività
mondiale prefigurano per l'anno in corso e per il prossimo una
modesta accelerazione rispetto al 2015; all'inizio del 2016 sono
tuttavia emerse nuove e significative tensioni sul mercato
finanziario in Cina, accompagnate da timori sulla crescita
dell'economia del paese. Nei principali paesi avanzati non
appartenenti all'area dell'euro l'attività economica nel terzo
trimestre si è irrobustita in misura superiore alle attese negli
Stati Uniti (2,0%) e in Giappone (1,0%), a un ritmo leggermente
inferiore al previsto nel Regno Unito (1,8%). Gli indicatori più
recenti suggeriscono che la fase
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1
Fonte: Banca d'Italia: "Bollettino Economico" Aprile 2014; ISTAT:
"L'evoluzione dell'economia italiana".
Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2016
espansiva sarebbe proseguita nel quarto trimestre, nonostante
alcuni segnali di rallentamento dell'attività manifatturiera negli
Stati Uniti. Con riferimento ai paesi emergenti, l'attività
economica rimane complessivamente debole, con andamenti assai
differenziati tra paesi: all'acuirsi della recessione in Brasile si
contrappone l'evoluzione positiva della situazione economica in
India e l'attenuarsi della caduta del prodotto in Russia. In Cina
all'inizio dell'anno l'andamento deludente degli indici PMI del
settore manifatturiero ha contribuito a riaccendere i timori, già
emersi la scorsa estate, di un più accentuato rallentamento
dell'economia nei prossimi mesi. Le recenti dinamiche delle
componenti della domanda e dell'offerta confermano il proseguimento
del processo di ribilanciamento dell'economia a favore dei consumi
e dei servizi; la decelerazione degli investimenti si riflette in
un debole andamento delle importazioni. Le informazioni
congiunturali disponibili indicano che nel quarto trimestre
l'espansione del prodotto cinese avrebbe mantenuto un ritmo analogo
a quello dei tre mesi precedenti (6,9%), con il supporto di
politiche espansive messe in atto dalle autorità. In dicembre i
corsi petroliferi sono tornati a indebolirsi; alla fine della prima
decade di gennaio sono scesi sotto i valori minimi dal 2008,
collocandosi attorno ai 32 dollari al barile. Tale andamento ha
risentito della decisione dell'OPEC di abbandonare la strategia,
seguita dal 1992, di fissare un obiettivo concordato di produzione;
l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio ha così
manifestato la volontà di non frenare la caduta dei prezzi in un
contesto in cui è atteso anche un graduale aumento dell'offerta da
parte dell'Iran dopo la revoca delle sanzioni internazionali. I
contratti futures indicano aspettative di rincari molto limitati
nei prossimi mesi. Anche i prezzi delle materie prime non
energetiche hanno continuato a scendere. L'inflazione al consumo si
mantiene su valori molto bassi in tutti i principali paesi
avanzati. In novembre la crescita del deflatore dei consumi negli
Stati Uniti si è attestata allo 0,5% (1,3% al netto dei prodotti
energetici e alimentari). La dinamica dei prezzi è stata pari allo
0,3% in Giappone ed è tornata appena positiva nel Regno Unito
(0,1%). Con riferimento ai principali paesi emergenti l'inflazione
rimane contenuta in Cina (1,5% in novembre); resta coerente con
l'obiettivo della Banca centrale in India (5,4%); si mantiene
elevata in Russia (15%); cresce ulteriormente in Brasile (10,5%).
Per quanto riguarda la politica monetaria delle altre principali
economie avanzate, le Banche centrali di Giappone e Regno Unito non
hanno modificato i rispettivi orientamenti, che rimangono
fortemente espansivi; nel Regno Unito, in particolare, gli
operatori di mercato non si attendono rialzi dei tassi ufficiali
almeno fino a giugno di quest'anno. Tra le economie emergenti, la
politica monetaria è divenuta più espansiva in Cina, dove la Banca
centrale ha nuovamente ridotto sia il coefficiente di riserva
obbligatoria, sia i tassi di riferimento sui depositi e sui
prestiti bancari e ha immesso liquidità con operazioni di pronti
contro termine a breve scadenza, anche per controbilanciare gli
interventi a sostegno del tasso di cambio. Negli altri paesi
emergenti i tassi di riferimento sono rimasti invariati. Nell'area
dell'euro la crescita prosegue, ma resta fragile: il rapido
affievolirsi della spinta delle esportazioni è stato finora
gradualmente compensato dal contributo positivo proveniente dalla
domanda interna; tuttavia rischi per l'attività economica derivano
dall'incertezza sull'evoluzione dell'economia mondiale e sulla
situazione geopolitica. L'inflazione resta molto bassa, anche per
effetto del calo dei corsi petroliferi. Nel terzo trimestre del
2015 il PIL dell'area è aumentato dello 0,3% rispetto al periodo
precedente, sospinto dalla domanda interna. Il maggiore impulso
proveniente dalla spesa delle famiglie e l'apporto positivo della
variazione delle scorte hanno più che compensato l'affievolirsi
degli investimenti. L'interscambio con l'estero ha sottratto 0,3
punti percentuali alla crescita del prodotto, riflettendo il deciso
rallentamento delle esportazioni a fronte di un nuovo rialzo delle
importazioni. Il PIL è cresciuto dello 0,3% in Germania e in
Francia e dello 0,2 in Italia Sulla base delle informazioni più
recenti, l'attività economica nell'area avrebbe continuato a
espandersi in autunno, a ritmi analoghi a quelli del periodo
precedente, con andamenti pressoché omogenei tra i maggiori paesi.
In dicembre l'indicatore -coin elaborato dalla Banca d'Italia, che
stima la dinamica di fondo del PIL dell'area, è aumentato, toccando
il livello più alto dal luglio 2011. La fiducia delle imprese e
delle famiglie, sostenuta dai segnali favorevoli sull'occupazione,
indica una prosecuzione della ripresa. Gli attentati di Parigi
dello scorso novembre sembrano aver finora avuto effetti contenuti
sul clima di
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Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2016
fiducia di famiglie e imprese nel complesso dell'area; in Francia
sono emerse tuttavia preoccupazioni per le possibili ricadute sul
settore dei servizi, principalmente quelli destinati al turismo,
alla ristorazione e alle attività ricreative.
Indici Azionari Inter nazionali
160 140 120 100 80 60 40 20 0
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Euro Stoxx 50
FTSE 100 UK
Nikkei 225
S&P 500
FTSE MIB
Fonte: Elaborazione Castello SGR su dati Bloomberg
Dall'inizio dello scorso dicembre una nuova fase di incertezza ha
influito negativamente sui prezzi delle attività più rischiose, in
particolare nei paesi emergenti; in gennaio sono riemerse tensioni
sul mercato cinese. L'accentuazione dell'intonazione espansiva
delle condizioni monetarie nell'area dell'euro si è tradotta in una
riduzione dei premi per il rischio sovrano e in un deprezzamento
dell'euro. Tra l'inizio di ottobre e la fine di novembre gli indici
azionari nei paesi avanzati e in quelli emergenti avevano
recuperato buona parte delle perdite registrate durante l'estate,
guadagnando rispettivamente l'8% e il 5%. Dall'inizio di dicembre
una nuova fase di incertezza ha determinato un ribasso delle
quotazioni delle attività più rischiose, in particolare nei paesi
emergenti; in questi ultimi sono ripresi i deflussi di capitale e
gli indici azionari sono ridiscesi al di sotto dei livelli
osservati alla fine di settembre. Prendendo in considerazione le
misure di politica monetaria adottate tra giugno e settembre dello
scorso anno, il Consiglio direttivo della BCE ha rafforzato lo
stimolo monetario ed è pronto, qualora necessario, a intensificare
il ricorso a tutti gli strumenti a propria disposizione. Il
programma di acquisto di titoli si sta dimostrando efficace nel
sostenere l'attività economica nell'area euro, ma le condizioni
globali stanno rallentando il ritorno dell'inflazione su livelli in
linea con l'obiettivo di stabilità dei prezzi. Nella riunione del 3
dicembre scorso il Consiglio direttivo della BCE ha rafforzato lo
stimolo monetario con un pacchetto di misure: (a) ha ridotto il
tasso sui depositi delle banche presso l'Eurosistema di dieci punti
base, a -0,30%; (b) ha esteso di sei mesi la durata del programma
di acquisto (almeno fino a marzo del 2017) e ha ampliato la gamma
di titoli ammissibili, includendo le obbligazioni emesse da
Amministrazioni pubbliche regionali e locali dell'area; (c) ha
deciso che il capitale rimborsato alla scadenza dei titoli
acquistati nell'ambito del programma verrà reinvestito finché
necessario; (d) ha annunciato che le operazioni di rifinanziamento
principali e quelle a tre mesi proseguiranno a tasso fisso e con
piena aggiudicazione degli importi richiesti almeno sino alla fine
dell'ultimo periodo di mantenimento del 2017. Il Consiglio
direttivo intensificherà il ricorso agli strumenti disponibili
nella misura in cui ciò sia necessario ad assicurare il ritorno
durevole dell'inflazione su livelli coerenti con la stabilità dei
prezzi. L'ampliamento del c.d. Quantitative Easing ha avuto effetti
significativi sui mercati finanziari e valutari, con i rendimenti
dei titoli di stati italiani che sono calati di 900 bps e con un
deprezzamento dell'euro nei confronti del dollaro pari al 13%
circa. La volatilità dei titoli azionari europei si è ridotta e le
quotazioni si sono rafforzate. Nell'ultima indagine sul credito
dell'Eurosistema le banche segnalano che il programma ha migliorato
le loro condizioni di finanziamento e si aspettano il perdurare di
questa tendenza per i prossimi mesi.
Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2016
Andamento dei tassi di cambio
1,5 1,4 1,3 1,2 1,1 1 1,0 0,9 0,9 0,8 0,8 0,7
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EUR/USD
EUR/GBP
Fonte: Elaborazione Castello SGR su dati Bloomberg
Nel corso del 2015 si è accentuato il deprezzamento dell'euro che,
in termini effettivi nominali, si collocava a metà aprile sul
valore più basso degli ultimi 13 anni. La moneta comune ha
continuato ad indebolirsi rispetto al dollaro e rispetto allo yen,
assorbendo il recente apprezzamento conseguenza dell'attuazione del
QE in Giappone. L'accentuazione dell'intonazione espansiva della
politica monetaria da parte della BCE e l'avvio del rialzo dei
tassi negli Stati Uniti si sono riflessi sul cambio dell'euro, che
dalla metà di ottobre si è deprezzato di circa il 4% nei confronti
del dollaro e del 3% nei confronti dello yen. Dall'avvio dei lavori
preparatori del programma di acquisto di titoli dell'Eurosistema (6
novembre 2014), l'euro si è deprezzato del 13% circa rispetto al
dollaro.
LA SITUAZIONE IN ITALIA2 Durante gli ultimi mesi, in Italia sono
emersi segnali congiunturali più favorevoli di quanto il primo
semestre 2014 lasciasse presagire: nel terzo trimestre del 2015 il
PIL è cresciuto dello 0,2%, riuscendo ad evitare, pertanto, un
altro trimestre di decrescita. Questo miglioramento si deve
principalmente all'accelerazione della domanda interna, che va a
compensare una frenata nelle esportazioni, e alla lieve ripresa
degli investimenti. La fiducia di famiglie e imprese è aumentata in
misura marcata, anche se il riavvio del ciclo industriale deve
ancora consolidarsi. Sulla base delle informazioni ad oggi
disponibili, il PIL nel quarto trimestre 2015 avrebbe registrato un
ulteriore incremento stimabile a 0,2%, come nel trimestre
precedente. Le vendite all'estero sono diminuite dello 0,8%, per
effetto della contrazione nelle esportazioni di beni; quelle di
servizi hanno invece continuato a crescere. Si sono ridotte, in
particolare, le esportazioni verso la Cina, i paesi dell'OPEC e la
Turchia; quelle sui mercati della UE hanno invece registrato solo
un modesto calo. Nonostante la congiuntura internazionale
sfavorevole, è proseguita l'espansione delle vendite nei comparti
della meccanica e della farmaceutica, mentre si sono ridimensionate
le vendite dei prodotti petroliferi raffinati e di quelli in
metallo. Gli investimenti, dopo aver cumulato un rialzo dello 0,9%
tra l'estate del 2014 e quella del 2015, sono diminuiti nel terzo
trimestre (-0,4%), per effetto soprattutto del calo della
componente degli impianti e dei macchinari e di quella dei beni
immateriali; si è invece arrestata la flessione nel comparto delle
costruzioni. È proseguita la crescita della spesa delle famiglie,
che ha continuato a fornire un rilevante impulso all'aumento del
PIL; nei mesi estivi la spesa delle famiglie è cresciuta dello
0,4%, come in primavera. La ripresa dei consumi, pur rimanendo più
vivace nella componente dei beni durevoli (0,6 per cento), ha
interessato anche quella dei beni non durevoli (0,3% per il secondo
trimestre consecutivo) e dei servizi (0,2%). La crescita delle
2
Fonte: Banca d'Italia: "Bollettino Economico" Gennaio 2016; ISTAT:
"Nota mensile sull'andamento dell'economia italiana"
Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2016
importazioni (0,5%) ha rallentato e nei primi dieci mesi del 2015
il conto corrente ha registrato un avanzo di 24,6 miliardi.
L'indicatore Ita-coin, che fornisce una stima tendenziale della
variazione trimestrale del PIL depurata dalle oscillazioni di breve
periodo, continua a mostrare segnali di miglioramento, secondo gli
indicatori prospettici la ripresa si rafforzerebbe ulteriormente
all'inizio dell'anno in corso. Oltre all'impulso alla crescita
fornito dal programma di Quantitative Easing della BCE e dal basso
prezzo del petrolio greggio, i provvedimenti di stimolo agli
acquisti di beni strumentali contenuti nella legge di Stabilità per
il 2016 dovrebbero sostenere gli investimenti già dal primo
trimestre. Il valore aggiunto delle costruzioni è tornato a
crescere dopo cinque trimestri di riduzioni consecutive, in linea
con l'evoluzione dell'indice di produzione del settore. Nel terzo
trimestre le compravendite di abitazioni hanno continuato a
crescere (2,5%) e i prezzi delle abitazioni sono aumentati per la
prima volta in quattro anni (0,2% rispetto al secondo trimestre).
La situazione sul mercato del lavoro sembra dare segnali positivi:
Nel terzo trimestre il numero di occupati ha continuato ad
aumentare, soprattutto tra i giovani e nei servizi; è proseguita la
ricomposizione delle assunzioni verso forme contrattuali stabili e
il tasso di disoccupazione è sceso al livello più basso dalla fine
del 2012. Nei mesi autunnali la dinamica dell'occupazione ha
ristagnato, ma le aspettative delle imprese sul quadro
occupazionale restano improntate a un cauto ottimismo. L'inflazione
al consumo resta su valori molto bassi, ma non più negativi; in
dicembre si è portata allo 0,1%. Negli ultimi mesi del 2015
sull'indice complessivo dei prezzi ha continuato a gravare il calo
della componente energetica; anche l'inflazione di fondo, che
esclude i beni alimentari ed energetici, si mantiene su livelli
assai moderati. È atteso un modesto recupero dei prezzi nel corso
del 2016. Nei mesi estivi il numero di occupati, al netto dei
fattori stagionali, è cresciuto dello 0,4% rispetto al periodo
precedente (0,8% nei servizi privati; 0,2% nell'industria in senso
stretto). Secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro,
nel bimestre ottobre-novembre l'occupazione è lievemente scesa
rispetto all'estate, pur rimanendo ben al di sopra dei livelli
registrati nello stesso periodo del 2014. Alla luce di queste
premesse, ci si attende che la crescita economica possa proseguire
nei prossimi mesi. Le proiezioni per la crescita e per l'inflazione
presentate da Banca d'Italia suggeriscono un consolidamento dell'a
ripresa dell'economia italiana sostenuto principalmente dalla
domanda interna e da quella proveniente dall'area Euro; secondo
tali stime il PIL nel 2015 sarebbe cresciuto complessivamente dello
0,7% e si prevede una crescita dell'1,5% per il 2016 e per il 2017.
L'ANDAMENTO DEL MERC ATO IMMOBIL IARE3 Il settore immobiliare a
livello mondiale ha registrato un clima di ottimismo e fiducia nel
corso dei primi mesi del 2015. Dopo un biennio 2012-2013 fortemente
negativo a livello mondiale, il 2014 ha segnato una fase di
stabilizzazione. Le prospettive per il 2016 rimangono positive, pur
se la cautela rimane elevata e legata a fattori esogeni al mercato
immobiliare: volatilità finanziaria, Brexit, instabilità politica
in alcuni Paesi Europei. La situazione italiana si ritrova
allineata con quella generale, nonostante sussistano notevoli
differenze sia all'interno dei singoli comparti che tra i diversi
territori. Diversi fattori stanno influenzando positivamente lo
stato attuale del Real Estate, in particolare il crescente
interesse manifestato dagli investitori, principalmente esteri, che
hanno concluso diverse operazioni su diversi comparti, inizialmente
in location prime, per poi direzionarsi anche sul secondary.
Pagina | 7
3Assogestioni:
"Rapporto semestrale sui fondi immobiliari italiani" 1° semestre
2015; CBRE:"Italia Investimenti MarketView Q4 2015"
Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2016
Il dato annuale sul volume degli investimenti immobiliari si
attesta infatti a 8,1 Miliardi di Euro, in crescita del 55%
rispetto al 2014 e migliore rispetto alle aspettative. Il capitale
straniero continua a rappresentare la maggiore parte del volume
(75%) ma, rispetto allo scorso anno, è migliorata la quota del
capitale domestico che è aumentata del 71% rispetto al 2014.
L'ANDAMENTO DEL MERC ATO DEI FONDI IMMOBIL IARI4 Secondo i dati
forniti da Assogestioni, i fondi immobiliari detengono il 3% del
risparmio gestito. Il patrimonio complessivo dei fondi censiti
dall'associazione ammonta a 31.046 milioni, con un totale delle
attività pari a 46.215 milioni, evidenziando una riduzione
rispettivamente dello 0,9% e dello 0,4% su base annua. Il numero di
fondi censiti da Assogestioni risulta essere pari a 262, in aumento
rispetto alle precedenti rilevazioni, dato parzialmente in
contrasto con il peggioramento degli indicatori sopra indicati. I
nuovi fondi divenuti operativi nel primo semestre 2015 sono 8,
tutti riservati ad investitori qualificati o istituzionali. Sette
fondi sono stati costituiti tramite apporto, gli altri in modalità
ordinaria. Due fondi sono speculativi. La durata media dei nuovi
fondi è pari a 20 anni.
35 30 25 20 15 10 5 I° II° I° II° I° II° I° II° I° II° I° II° I°
II° I° sem sem sem sem sem sem sem sem sem sem sem sem sem sem sem
2008 2008 2009 2009 2010 2010 2011 2011 2012 2012 2013 2013 2014
2014 2015 Patrimonio Complessivo Raccolta Fonte: Assogestioni,
Rapporto semestrale sui fondi immobiliari italiani, 1° semestre
2015 1,2 0,5 0,5 0,7 0,3 0,8
Pagina | 8
Raccolta e Patrimonio dei Fondi ( bln)
26,2 24,3 25,5 25,8 25,5 25,6 25,6 22,1 22,2 23,3 20,1 20,2 20,4
2,1 1,5 0,8 1,4 1,0 0,7 1,6
31,4 31,0 4,3
5,00 4,00 3,00 2,00
0,8
1,00 -
A dicembre 2015, l'offerta di fondi immobiliari è composta dal 91%
di fondi riservati e dal 9% di fondi retail. La componente
principale resta sempre costituita dai fondi riservati ad
investitori qualificati e/o istituzionali ad apporto, rispetto alle
altre alternative presenti sul mercato, con una percentuale
minoritaria quotati sul mercato regolamentato dei capitali.
Distribuzione per Tipologia di Fondo (% patrimonio)
Retail Ordinari 9% Retail ad Apporto 3% Riservati Ordinari 17%
Riservati ad Apporto 71%
Fonte: Assogestioni, Rapporto semestrale sui fondi immobiliari
italiani, 1° semestre 2015
4Assogestioni:
"Rapporto semestrale sui fondi immobiliari italiani" 1° semestre
2015; www.tradingsystems.it
Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2016
L'investimento complessivo in immobili, ossia quello diretto e
quello realizzato tramite partecipazioni di controllo in società
immobiliari, è pari a 42.921 milioni, in crescita dello 0,8%
rispetto al 2014. La ripartizione degli investimenti per
destinazione d'uso è in linea con gli anni precedenti e vede ancora
prevalere immobili adibiti ad uso Uffici (48,8%). Seguono la
destinazione d'uso Residenziale (13,4%), Commerciale (13,0%), Altro
(12,7%), Turistico/Ricreativo (4,3%), Industriale (3,4%), Logistica
(2,9%) e Residenze Sanitarie Assistenziali (1,5%). Le modifica più
rilevante si è verificata nel settore Altro (in riduzione dello
0,6%). Distribuzione per settore (% patrimonio)
Commerciale 13% Logistica 3% Residenziale 13% R SA 2% Industriale
3% Turistico 4% Uffici 49% Altro 13%
Pagina | 9
Fonte: Assogestioni, Rapporto semestrale sui fondi immobiliari
italiani, 1° semestre 2015
Nel primo semestre 2015, gli acquisti e i conferimenti di immobili
sono stati pari a 1,5 miliardi, mentre le dismissioni ( 1,1
miliardi) sono triplicate. Rispetto al semestre precedente gli
acquisti e i conferimenti degli immobili sono diminuiti e sono in
linea con la media degli ultimi 5 anni. Quasi l'80% degli acquisti
e dei conferimenti è imputabile a fondi che hanno richiamato
impegni nel corso dell'anno. La composizione delle attività è
rimasta in linea con quella del 2014 e risulta così ripartita:
Distribuzione per attività
Immobili 88% Strumenti cartolarizzazione 0% Partecipazioni 2% Altro
3% Valori mobiliari e liquidità 7%
Fonte: Assogestioni, Rapporto semestrale sui fondi immobiliari
italiani, 1° semestre 2015
Con riferimento alla ripartizione geografica degli investimenti si
ha la seguente distribuzione:
Resoconto Intermedio di Gestione al 31 marzo 2016
Distribuzione per area geografica
Sud e Isole 8% Estero 2% Nord Est 12%
Centro 34%
Nord Ovest 44%
Pagina | 10
Fonte: Assogestioni, Rapporto semestrale sui fondi immobiliari
italiani, 1° semestre 2015
La ripartizione degli investimenti per area geografica vede stabile
e prevalente il Nord Ovest (44%), seguono il Centro (34%), il Nord
Est (12%), il Sud e Isole (8%) e infine l'Estero (2%). Per quanto
riguarda i fondi immobiliari quotati, si può notare un andamento
del NAV mediamente in diminuzione e come tendenzialmente siano
prezzati a sconto, anche consistente, rispetto al NAV. Di seguito
un riepilogo delle performance dei fondi immobiliari quotati
italiani, sulla base dei più recenti dati disponibili.
Nome Fondo
Alpha Immobiliare Amundi Europa Amundi Italia Atlantic 1 Atlantic 2
- Berenice Beta Immobiliare BNL Portfolio Immobiliare Delta
Immobiliare Estense Grande Distribuzione Europa Immobiliare 1
Immobiliare Dinamico Immobilium 2001 Invest Real Security
Investietico Obelisco Polis Risparmio Immobiliare Uno Energia
Securfondo Tecla Fondo Uffici Unicredito Immobiliare Uno Valore
Immobiliare Globale Media
NAV al NAV al 30/06/2015 31/12/2014
3.489,112 2.206,351 2.060,980 495,894 185,026 237,313 909,071
92,456 967,192 1.562,051 194,675 3.879,649 1.673,260 2.150,561
1.553,160 1.777,107 3.684,502 1.998,251 253,974 2.002,300 2.140,937
3.578,918 2.148,046 2.094,070 475,923 181,951 238,422 937,084
91,997 953,196 1.593,925 206,972 3.926,297 1.849,715 2.102,456
1.676,017 1.794,556 6.233,963 1.983,621 250,270 2.014,738
2.133,491
Var. %
-2,51% 2,71% -1,58% 4,20% 1,69% -0,47% -2,99% 0
Rreef Fondimmobiliari Sgr (BIT:QFVIG)
Gráfico Histórico do Ativo
De Dez 2024 até Jan 2025
Rreef Fondimmobiliari Sgr (BIT:QFVIG)
Gráfico Histórico do Ativo
De Jan 2024 até Jan 2025