Brioschi: rinviamo l'aumento di Cattolica (milanofinanza.it)
12 Janeiro 2021 - 2:28PM
MF Dow Jones (Italian)
(di Anna Messia - Milanofinanza.it)
Era stato tra i primissimi, alla fine del 2019, a chiedere un
profondo cambio di governance di Cattolica Assicurazioni
schierandosi dalla parte dell'ex amministratore delegato, Alberto
Minali, nel momento dello scontro con il presidente Paolo Bedoni,
che l'ha poi avuta vinta con l'uscita del manager della compagnia.
Ma ora Francesco Brioschi, classe 1938 professore emerito di
corporate governance e finanza al Politecnico di Milano e tra le
altre cose research fellow negli anni '60 presso Harvard
University, non è affatto d'accordo con la decisione presa
dall'Ivass a conclusione dell'ispezione avviata su Cattolica lo
scorso anno.
Perché se da una parte l'autorità di controllo ha chiesto di
azzerare l'attuale consiglio di amministrazione, Bedoni compreso,
(tenendo fermi i rappresentativi Generali e l'amministratore
delegato, Carlo Ferraresi), scelta ovviamente approvata da
Brioschi, dall'altra l'Ivass ha chiesto anche di accelerare sulla
seconda tranche di aumento di capitale da 200 milioni e sul
riacquisto delle azioni proprie, rivenienti dal recesso esercitato
dai soci che non hanno aderito alla trasformazione della compagnia
in società per azioni, operativa da primo aprile.
"Si tratta di decisioni che rischiano di penalizzare i piccoli
azionisti in un momento in cui il Solvency II della compagnia è
oltre il 160% quindi più di una volta e mezza il minimo richiesto",
sostiene Brioschi. I piccoli azionisti difficilmente sarebbero in
grado di sostenere l'aumento di capitale, con un inevitabile
effetto diluitivo, dice il professore che in passato, tramite la
finanziaria di famiglia, era arrivato a detenere più dell'1% della
compagnia veronese. "Anche io ho esercitato il diritto di recesso
per una parte delle azioni alleggerendo la posizione ma sarei
pronto a comprare nuovi titoli e anche a coalizzare gli altri
piccoli azionisti veronese per arrivare ad una quota dell'8-10%
utile anche a fare da contrappeso a Generali nella governance",
spiega, "fornendo a Cattolica una carta in più nella partita che la
vede contrapposta a Banco Bpm".
Si tratta, come noto, dello scontro legale che vede su posizioni
contrastanti la banca e la compagnia, con il Banco che sostiene che
con l'ingresso di Generali nel capitale di Cattolica, con il 24,4%
dopo la sottoscrizione della prima tranche da 300 milioni, ci sia
stato un cambio di controllo per Verona. Una condizione che
consentirebbe di applicare la clausola del change of control tale
da giustificare il riacquisto delle quote delle joint venture
assicurative da parte del Banco. "La presenta di uno zoccolo duro
di piccoli azionisti potrebbe fare da contrappeso a Generali,
indebolendo la tesi del change of control", suggerisce Brioschi. Ma
la palla è ovviamente nelle mani dell'Ivass che sembra invece
decisa a chiedere ulteriori manovre di rafforzamento della
posizione patrimoniale di Cattolica, chiunque sia a comprare le
azioni.
red/lde
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