Economia: Salvatori, serve il Tagliadebito (MF)
17 Junho 2022 - 3:32AM
MF Dow Jones (Italian)
Carlo Salvatori ha il pregio di parlare chiaro. Da banchiere di
lungo corso ha attraversato decenni di finanza ed economia italiana
e guidato o presieduto colossi come Bnl, Ambrosiano Veneto, Cariplo
- e quindi Banca Intesa -, Unicredit, Unipol Gf, Lazard (di cui è
attualmente presidente onorario) e oggi, alla soglia degli 81 anni,
ha altrettanto chiare le idee su come affrontare il problema più
grave dell'Italia: il gigantesco debito pubblico. Per questo
Salvatori ha aderito al Manifesto per il Tagliadebito lanciato da
MF-Milano Finanza: è la proposta di tagliare in maniera netta una
quota dell'attuale debito da 2.755 miliardi vendendo gli immobili
inutilizzati dallo Stato e dagli enti pubblici a un fondo,
alimentato dal risparmio degli italiani, che riqualifichi e metta a
reddito quell'immenso patrimonio. Un modo per tenere in Italia la
ricchezza nazionale e fungere da volano per la crescita.
"Sono anni che nei miei interventi pubblici batto sul tema del
debito e in diversi interventi ho detto che si può risolvere con la
vendita di parte del patrimonio immobiliare», dice Salvatori. «Lo
Stato ha ceduto tanti immobili agli enti locali, province, regioni,
comuni che però non fanno niente per gestirli - perché costa - ma
se li tengono comunque stretti. Immobili che quindi perdono valore.
Pensiamo alle tante caserme non utilizzate, al centro delle città,
che vanno in malora perché non hanno soldi per la manutenzione
ordinaria. Ne vedo tanti anche nella mia Parma ma l'Italia ne è
piena. Si potrebbe fare edilizia residenziale, o resort, o
strutture di tipo sociale, e ce ne sarebbe tanto bisogno
specialmente nel Sud».
Non è naturalmente una mossa semplice né scontata, riconosce il
banchiere. Ma una soluzione la vede: «Quegli immobili oggi non sono
vendibili perché vincolati dalle attuali destinazioni d'uso, che i
Comuni non vogliono cambiare. Lo Stato quindi deve avere la volontà
politica di risolvere questo problema avocando a sé quel
patrimonio. Ci vuole una norma che cambi la loro destinazione d'uso
obbligando a metterli sul mercato attraverso vendite dirette o
cartolarizzazioni». A spanne, secondo Salvatori, «ci sono immobili
per 400 miliardi che possono essere immessi in tempo brevi sul
mercato. Solo lo Stato può farlo. E se si cambia destinazione d'uso
i valori aumentano significativamente».
L'enorme debito pubblico porta anche a un'altra considerazione:
dopo dieci anni di sostegni della Bce ci rendiamo conto di essere
ancora dipendenti dagli aiuti di Francoforte. «Abbiamo le tutele
perché dieci anni fa ce le ha date Mario Draghi. Senza, andiamo in
difficoltà dato che il debito sta in gran parte all'estero». Anche
il giudizio sul Christine Lagarde, che ha preso il posto di Draghi
nel novembre 2019, è chiaro: «Sta tentando di fare qualcosa di
diverso ma secondo me è prematuro perché non ci sono le condizioni
per allentare le misure: c'è la pandemia, c'è una guerra in corso,
c'è un'economia debole in Italia e in Europa e quindi cambiare
strada è rischioso. Qualche governatore deve aver fatto capire che
bisogna essere più prudenti, per questo hanno convocato la riunione
di emergenza mercoledì. E non dimentichiamo il rialzo dei tassi
della Fed. È stato più forte delle attese e questo ha preoccupato i
mercati. Insomma c'è ancora da ballare".
red
MF-DJ NEWS
1708:16 giu 2022
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June 17, 2022 02:17 ET (06:17 GMT)
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