Imprese: governance, su quotate Ue aumenta pressing proxy advisor (Mi.Fi.)
16 Outubro 2023 - 5:08AM
MF Dow Jones (Italian)
ROMA (MF-NW)--In queste settimane l'attenzione del mercato è
concentrata sull'assemblea di Mediobanca, che a fine mese sarà
chiamata a decidere la composizione del nuovo cda. Se nell'assise
del prossimo 28 ottobre si profila una sfida all'ultimo voto tra i
grandi soci Delfin e Francesco Gaetano Caltagirone e il vertice
dell'istituto guidato da Alberto Nagel, la dialettica accesa tra
azionisti e società quotate sta diventando una costante anche per
molte aziende italiane. Solo nell'ultima stagione assembleare il
numero di delibere contestate sulla politica di remunerazione è
cresciuto del 9,1%, mentre per le relazioni sulla remunerazione
l'incremento è stato ancora più consistente, con un balzo del
45,5%. Lo rivela la 2023 European Agm Season Review della società
di consulenza Georgeson che prende in esame i sette principali
mercati azionari europei, cioè Gran Bretagna, Olanda, Germania,
Spagna, Francia, Svizzera e Italia.
Il report, scrive MF-Milano Finanza, definisce «contestata» una
delibera che, anche se approvata, abbia ricevuto voti contrari pari
al 10% o più del capitale. Che trend si osserva in Europa? Anche
nel 2023 la retribuzione del top management è stato il tema più
divisivo in assemblea: il 42,9% delle delibere in questo ambito è
stato oggetto di contestazione. Gli investitori più insoddisfatti
si sono visti in Svizzera, dove il 68,4% delle proposte sui
maxi-stipendi è stato avversato. Per contro, il livello minimo di
scontento è stato registrato in Gran Bretagna, con il 20,2% di
delibere criticate.
Se gli stipendi dei top manager agitano le assemblee, non c'è
ancora grande dialettica sui temi climatici. In particolare
Georgeson si è concentrata sulle cosiddette delibere «say on
climate», proposte che hanno trovato una prima affermazione in
Europa dopo alcune grandi campagne di fondi attivisti a partire dal
2020. «Per la prima volta dalla nascita del fenomeno, nel 2023
abbiamo assistito a una riduzione anno su anno del numero delle
proposte Say on Climate avanzate dalle aziende», spiega Georgeson.
«C'è stato chiaramente un incentivo ridotto per le società a
presentare questo tipo di proposte. Ciò è dovuto al fatto che
esiste un'ampia varietà di opinioni e di aspettative che si
traducono in iniziative diverse da parte delle aziende. Alcuni
investitori poi si chiedono se le votazioni Say on Climate debbano
essere proposte», spiega il report, che l'head of market Italy di
Georgeson Lorenzo Casale commenta così: «Nel breve non prevedo un
aumento delle iniziative di Say on Climate da parte delle società a
livello europeo. Si tratta di un ottimo strumento che va però
ancora registrato».
Se questi sono i maggiori trend europei, cosa accade in Italia?
Nel 2023 è cresciuta l'ostilità degli azionisti alle proposte dal
management. Nel complesso ci sono state 22 società con almeno una
delibera contestata, pari al 68,8% delle quotate sul Ftse Mib
rispetto al 50% del 2022. Quattro delibere sponsorizzate dal cda
sono state respinte dai soci, un numero in aumento rispetto alla
scorsa stagione quando non ce n'era stata nessuna. Il numero
complessivo delle proposte contestate è salito da 51 a 57, pari al
22,3% del totale delle delibere nel 2023, in crescita rispetto al
18,1% del 2022.
Nell'ambito delle politiche di remunerazione, le scelte
osteggiate dai soci sono cresciute del 9,1% (14 delibere rispetto
alle 12 del 2022) e la stessa tendenza si è registrata per i voti
sulle relazioni sulla remunerazione, con un aumento del 45,5% delle
proposte impugnate. Cosa criticano esattamente i fondi? «In materia
di remunerazione gli investitori istituzionali e i proxy advisor
chiedono soprattutto una maggiore chiarezza sulle metriche e
l'inclusione di parametri di sostenibilità fra i target
dell'azienda. Anche gli importi delle retribuzioni possono finire
sotto la lente, specie se fuori mercato rispetto al settore o al
mercato. Su questo secondo punto le società italiane si stanno
allineando alle richieste del mercato, mentre per l'appunto sulle
metriche e sui target c'è ancora del lavoro da fare», spiega
Casale.
A dirigere il traffico nelle assemblee italiane sono sempre i
proxy advisor che nel 2023 hanno continuato ad avere un grande
impatto sull'esito delle proposte. La correlazione tra
raccomandazioni negative dei proxy e livello di contestazione
sembra essere ancora più forte per le proposte sulla remunerazione,
in particolare per il voto sulla seconda sezione della relazione
sulla remunerazione. Nell'ambito del campione di società analizzato
da Georgeson, Iss ha consigliato di osteggiare 37 risoluzioni
rispetto alle 29 del 2022 mentre il competitor Glass Lewis si è
espresso contro 34 delibere rispetto alle 40 dell'anno scorso.
Passando alle singole vicende societarie, le aziende italiane che
in assemblea hanno registrato il consenso più basso sulla
remunerazione del management sono: Tim (delibera bocciata con solo
il 29% dei voti a favore), Interpump (50,5% a favore), Azimut (56%)
e Prysmian (56,4%).
«Sebbene i numeri mostrino che gli azionisti delle società
europee continuano a percepire un disallineamento tra compensi e
interessi degli investitori, sembra la maggiore insoddisfazione
dipenda da come le politiche di remunerazione vengono attuate, non
dal modo in cui sono strutturate», spiega Domenic Brancati, global
chief operating officer di Georgeson. «Anche le nomine degli
amministratori rimangono al centro dell'attenzione, poiché gli
azionisti continuano a usare il loro voto per esprimere
insoddisfazione su questioni specifiche come la diversità del
consiglio di amministrazione e il cambiamento climatico. Il nostro
lavoro -continua Brancati- in altre parti del mondo ci dice che
l'aumento della percentuale di delibere contestate per l'elezione
degli amministratori è una tendenza globale e sottolinea la
necessità per le società e i consigli di amministrazione di
impegnarsi attivamente con i propri azionisti». Per quanto riguarda
il mercato italiano, Casale è ottimista: «L'Italia sta diventando a
tutti gli effetti un mercato adulto in materia di governance. Il
livello di quantità e qualità è decisamente aumentato negli ultimi
anni. Gli investitori istituzionali esteri riescono a trovare uno
spazio di manovra sia in termini di engagement sia di voto, mentre
le società aderiscono sempre di più agli standard
internazionali».
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1609:52 ott 2023
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