Il 2021 di Harvey Nichols risente delle chiusure e del calo del turismo. Il luxury department store di proprietà del gruppo cantonese Dickson concepts ha infatti riportato per l'anno che sta per terminare perdite per 45,8 milioni di euro, in aumento del 149% sui 18,3 milioni del 2020. I guadagni, scrive MFF, a fronte di interessi, tasse, svalutazione e ammortamento si sono invece fermati attorno ai 33 milioni di euro.

Nonostante la linea di Harvey Nichols abbia subito un grosso colpo, la buona notizia viene dall'e-commerce. La performance del canale di vendite online dei grandi magazzini è stata forte, anche se non abbastanza da bilanciare il disavanzo del brick-and-mortar. Ed è proprio sul consolidamento dell'e-commerce che la company vuole puntare per migliorare i dati commerciali nel 2022, come riporta la stampa estera.

Sempre con la stessa finalità, l'azienda ha anche lanciato un servizio di wardrobe refresh a domicilio, a metà tra il personal shopping e il recente trend del decluttering, che comporta l'eliminazione delle cose non necessarie, come appunto i vestiti inutilizzati che affollano un armadio. Tra le categorie in crescita per Harvey Nichols, quella del childrenswear di lusso, nel quale l'insegna ha debuttato la scorsa estate e che del resto sta riportando buoni risultati su scala internazionale.

Lo dimostrano per esempio, per il nostro Paese, il debutto in primavera del progetto Minimodes del gruppo retail Modes di Aldo Carpinteri, fresco di una nuova apertura a Sankt Moritz, come l'espansione nel segmento dell'abbigliamento per bambini di Chiara Ferragni brand, grazie all'accordo di licenza multicanale stretto alla fine dello scorso anno con Monnalisa.

red/ann

 

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December 29, 2021 03:00 ET (08:00 GMT)

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